La Respirazione

Durante i miei tanti anni di attività sportiva, MAI ho incontrato delle persone che mi sapessero spiegare come effettivamente andasse fatta la respirazione mentre il corpo è impegnato in uno sforzo.
Anche coloro che si presentavano da me per cercare di risolvere le problematiche della schiena, mi riferivano che: “Sì, mi hanno detto che devo inspirare quando allargo il torace ed espirare quando mi chiudo” oppure che: “Espiro quando il bilanciere sale ed inspiro quando torno giù” oppure ancora: ”Durante gli addominali, butta fuori l’aria quando sali col busto e metti dentro quando torni a terra” ed altre amenità simili!!

Vediamo di chiarire definitivamente come si fa una corretta respirazione, soprattutto ad uso di tutti coloro che, facendo degli sforzi, vogliono salvare la propria colonna vertebrale.

Osservate il sottostante schema:


Risulta abbastanza evidente che :
  • Lo sforzo è compreso tutto nell’espirazione
  • L’inizio dello sforzo (movimento) è successivo all’inizio della espirazione
  • Il termine dello sforzo (movimento) è precedente la fine dell’espirazione
In altre parole:
  1. Inizio a buttare fuori l’aria
  2. Parto con il movimento e con lo sforzo
  3. Continuo ad espirare durante tutto il movimento
  4. Termino il movimento
  5. Finisco l’aria
Se questa successione non viene rispettata, ma ad esempio si inizia il movimento anche solo contemporaneamente all’espirazione avviene che:
la funzione egemonica della respirazione ha il sopravvento su tutto il resto.


D. Cosa vuol dire funzione egemonica?

R. Semplicemente che la respirazione ha la priorità su tutto il resto per cui il corpo prima mette dentro l’ aria, poi penserà a fare il resto!!! L’immissione dell’aria avviene mediante il diaframma (principale muscolo della inspirazione) che, contraendosi e quindi abbassandosi, crea una depressione nello spazio soprastante, gonfiando così i polmoni. Per evitare che nell’esercizio intervenga il diaframma devo fare in modo di neutralizzarlo; lo riesco a fare solo espirando cioè facendolo rilassare e quindi risalire verso i polmoni che così si svuoteranno.
D. Perché devo evitare di usare il diaframma durante gli sforzi?

R. Semplicemente perché i suoi punti di inserzione più forti sono i cosiddetti pilastri del diaframma cioè dei grossi tendini fibrosi che si inseriscono sulle prime vertebre lombari (3 a destra e 2 a sinistra).
Se eseguo esercizi in APNEA o in INSPIRAZIONE o anche in ESPIRAZIONE ma avendola iniziata in contemporanea con il movimento, il diaframma contraendosi esercita una trazione esagerata delle vertebre in avanti (per intendersi verso l’ombelico).
Ecco spiegato perché sbagliare la respirazione durante gli esercizi con sforzo provoca il mal di schiena!

D. Che problemi può dare un diaframma forte? Non andiamo forse in palestra per rinforzare tutti i muscoli?

R. Il diaframma NON ha bisogno di rinforzarsi dato che lavora sempre, dalla nascita alla morte, 24 ore su 24. Un diaframma sempre teso, bloccato, retratto e fibrotizzato provoca nel corpo dei veri disastri!! Le problematiche di cervicale o nelle spalle, per esempio, dipendono in gran parte dal diaframma che ha delegato altri muscoli a svolgere quello che era un suo preciso compito.

D. Allora potenziare la muscolatura può essere un problema?

R. Noi abbiamo una muscolatura che ci consente il movimento (muscoli dinamici) ed una che ci consente la postura eretta anche e soprattutto durante il movimento (m. statici antigravitari). Se è giusto mantenere una tonicità ed un trofismo nei muscoli dinamici, per i muscoli statici il discorso è diverso; essi non hanno bisogno di rinforzarsi, ma solo di recuperare quell’elasticità che col tempo, con l’uso esagerato o con una azione biomeccanica scorretta hanno perso.
Ma anche avere degli addominali troppo forti può essere un problema; infatti, dato che il diaframma e il trasverso con gli altri addominali, sono muscoli che lavorano in antagonismo (quando uno si contrae, l'altro si rilassa) sinergico ( entrambi lavorano per ottimizzare e conservare costante la pressione toraco-addominale), se l'uno o l'altro, o peggio ancora tutti e due,sono retratti la pressione intraaddominale si conserverà elevata obbligando i visceri a trovare uno sfogo nella direzione più... debole possibile. Verso l'avanti con ernie inguinali, ombelicali, addominali; verso l'alto con ernie jatali o verso il basso con prolassi ed emorroidi.

D. Questo vuol dire che tonificare i muscoli dorsali è un errore?

R. Se vogliamo guardare a ciò che fa bene alla colonna vertebrale, allora sì , potenziare muscoli già forti porterà a quelle problematiche da schiacciamento del disco intervertebrale oppure a modificazioni della colonna per sfuggire all’eccessiva tensione che si è creata

D. Io faccio molto stretching, ma spesso mi infortunio e continuo ad avere doloretti vari nella schiena

R. L’equilibrio muscolare va ricercato allentando muscoli che sono troppo forti e non potenziando quelli che sembrano deboli! Bisogna anche cominciare a ragionare non più a singoli muscoli o a gruppi muscolari, ma a catene muscolo-tendinee e a ricercarne l’elasticità globale. Allentare un singolo muscolo con lo stretching classico, non produce i suoi effetti sull’intera catena muscolare, ma solo localmente (un anello di una catena), per cui nel momento di maggiore tensione l’anello debole della catena si spezzerà rendendo inutilizzabile l’intera struttura.